martedì 19 febbraio 2013

La Sinistra dei Gesuiti e del Vaticano: Vendola, Bertinotti, Fassino e Rutelli


Per noi non è certo un mistero che Gesuiti, SMOM, Vaticano, Opus Dei, Comunione e Liberazione e massoneria abbiano in mano la vita culturale, politica ed economica nel nostro paese; non è la prima volta che lo diciamo (ad esempio vedi qui e qui). Di Bersani, Monti e Berlusconi e Grillo abbiamo già parlato. Pertanto oggi vi parleremo di altri personaggi del centrosinistra gesuitico-vaticano.

Partiamo dal mensile di fede, politica, vita quotidiana Confronti che, in un articolo di qualche tempo fa, dal titolo Il più cattolico del reame, affermava che "ai teocon all’italiana della Casa delle libertà, nel centrosinistra si contrappone uno schieramento di teoprog sempre più nutrito e professante.
E andava giù con i nomi: un esempio lampante è Piero Fassino, il quale affermava «Sono stato per nove anni allievo dei gesuiti a Torino – ha dichiarato ai giornalisti – e questo mi ha consentito di rafforzare la mia fede religiosa. Ed essere un uomo di sinistra non è in contraddizione con la fede perché significa battersi per la giustizia, l’uguaglianza, il rispetto della persona umana, che sono valori a cui è attenta una fede religiosa come quella cattolica». Scontato è anche Rutelli, anch'egli allievo dei gesuiti. Dal sito gesuiti.it leggiamo una sua intervista con Bruno Vespa, ecco i punti essenziali:





"il presidente della Margherita torna agli anni dell'infanzia, all'educazione cattolica della prima giovinezza che si ricongiunge alle convinzioni della maturità dopo l'ampia e dissacrante parentesi radicale.


[Rutelli] ha frequentato gli anni delle elementari in una scuola di suore, è stato per 7 anni al Massimo dai gesuiti. «Se incrocia la mia biografia con quella di Barbara, mia moglie, ci troverà entrambi attivisti della Cidros, l'organizzazione giovanile dei gesuiti impegnata nel volontariato». "



Nella stessa intervista scopriamo che Rutelli in seguito "ruppe" con i gesuiti per via delle classi solo maschili del Massimo:



"L'inquietudine dei 16 anni mi portò a fare un discorso imprevisto a un incontro tra insegnanti e genitori in cui chiesi l'istituzione delle classi miste al Massimo, che le aveva solo maschili. Le classi miste arrivarono dopo due anni, ma io ruppi col Massimo e mi iscrissi a un liceo statale. Nello stesso periodo, tra i 15 e i 19 anni, accompagnai mia madre nei suoi itinerari di fede e di sofferenza, da Padre Pio a Lourdes. Fu un'esperienza atroce che probabilmente accelerò la mia rottura prolungata con la fede e l'esperienza cristiana». "



Però, dopo la militanza nelle file dei radicali, il nostro Rutelli ritorna tra le braccia di Dio:



"«...Nel '93, dopo una fulminea presenza nel governo Ciampi [Carlo Azeglio Ciampi fu allievo dei gesuiti al «San Francesco Saverio» di Livorno, ndr], diventai sindaco di Roma».


E nacque la leggenda del Rutelli papalino…


Il riavvicinamento alla Chiesa era cominciato molto prima, con il battesimo di mio figlio all'inizio dell'83 e con la sua iscrizione all'ora di religione già alle materne, tre anni più tardi». "



Rutelli fa la comunione da Ruini

Il resto è amore vero:


"
Nel '93 la riconversione di Rutelli diventò pubblica.

L'8 dicembre '93, ero sindaco da tre giorni, andai ad accogliere il Papa ai piedi della statua dell'Immacolata e mi feci il segno della croce. Un operatore mi riprese e quel gesto risultò inaspettato. Polemiche? Fui abbastanza rispettato. Sedici mesi dopo, nell'aprile del '95, Barbara e io, sposati civilmente alla fine dell'82, celebravamo il matrimonio religioso nella cappellina del Campidoglio senza un fotografo e senza nemmeno la presenza dei nostri familiari. La notizia trapelò 10 mesi più tardi, ma già dal giorno del matrimonio ricevevo regolarmente la comunione.


Il resto è storia pubblica. Ma da allora il riavvicinamento di Rutelli alla Chiesa ha suscitato molti sospetti.

È una cosa molto sgradevole. Da almeno 10 anni ci sono alcuni settori che presentano il mio ritorno alla fede cristiana come un gesto compiuto a freddo per il Giubileo. Quasi uno scambio, un comportamento cinico. In realtà, la conclusione di questo percorso lungo e complesso ha avuto più di un motore. Madre Teresa di Calcutta: l'ultima volta che la vedemmo nella sua casupola sulla via Casilina eravamo con Francisco, il primo dei nostri figli adottivi. Madre Teresa ci disse che ne avremmo avuti altri. Ci sembrava incredibile, allora. Oggi in famiglia siamo sei. Ci incoraggiò anche madre Flora Pallotta, una suora marchigiana superiora di un piccolo ordine religioso missionario della fanciullezza: da lei conoscemmo Francisco. "

Per la cronaca vi invitiamo a leggere alcune notizie su Madre Teresa di Calcutta, la "santa" così amata da Rutelli; ecco i link:
Gli scopi umanitari non umani: Madre Teresa di Calcutta
La posizione della missionaria

Riprendendo l'articolo di Confronti, alcuni potrebbero sorprendersi che persino Vendola, cioè colui che è stato tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista, sia un credente. Si, proprio quel Vendola di cui tanto parla Gianni Lannes nei suoi post dai titoli eloquenti: VENDOLA DISTRUGGE LA PUGLIA, VENDOLA CONDANNA A MORTE IL SALENTO, PETROLIO IN MARE: LE “BALLE” DI VENDOLA, ecc.



L'articolo di Confronti rivela il Vendola cattolico contestatore:

"E nel settembre «dell’identità cattolica» ha voluto dire la sua anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che a Napoli, «parlando da cattolico», ha affermato che «la posizione incarnata dai vertici della Cei fa male alla Chiesa esponendo il magistero su un terreno improprio. L’atteggiamento assunto a proposito dei Pacs – ha detto – scortica l’integrità del messaggio evangelico perché diventa troppo un pezzo della politica. Il Vangelo non diventi mai uno strumento di lotta e un corpo contundente da poter usare contro i diritti delle persone». Amen. Ma chi di omelia ferisce di omelia perisce. E subito è giunta la replica di mons. Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo a Lecce: «Non è nostra intenzione entrare in polemica con chi, pur dichiarandosi cattolico, si scosta visibilmente dall’insegnamento della Chiesa in materia di famiglia, di etica e di costumi sessuali», ma «non è possibile essere cattolici e disattendere il magistero. O si è cattolici o non lo si è, non si può essere cattolici a metà quando ci conviene». «Da credente rispondo a Dio, non al vescovo di Lecce», ha controreplicato Vendola, ma resta il dubbio se il governatore di una istituzione pubblica debba necessariamente avventurarsi in queste dispute ecclesiali e teologiche sventolando il suo vessillo di identità cattolica. "

Dal sito ufficale di Nichi Vendola apprendiamo che egli è "nato a Bari il 26 Agosto 1958, in una famiglia cattolica e comunista."



Dal sito UAAR leggiamo:"Vendola ha rivendicato la sua fede cattolica, “una delle tante diversità che vi dovete beccare del vostro portavoce” e che “non intendo nascondere”, perché “è la mia vita ed è stata la mia culla”. In fondo in fondo il "compagno" Vendola vuole che ritorniamo tutti come pecorelle in seno a Madre Chiesa dialogando: “guai se a questo rispondessimo con vecchie pulsioni anticlericali, dobbiamo invece rilanciare dialoghi, aprire varchi”, afferma citando Gramsci che “irrideva un certo anticlericalismo.” E lui sa che, per fare carriera, bisogna dialogare con le persone giuste all'interno della Chiesa: i Gesuiti!

Infatti il "contestatore" Vendola è stato ospite alla Fondazione Stensen dei Gesuiti, la stessa Fondazione che ha accolto anche Beppe Grillo. In un articolo di cronaca locale di Firenze (nove.firenze.it) dal titolo 'Conversazioni con Ichino, Maroni e Vendola allo Stensen', datato 28 ottobre 2010, leggiamo:



"Saranno Pietro Ichino, Roberto Maroni e Nichi Vendola gli ospiti de "Il cittadino e il senso dello Stato", il ciclo di conversazioni con politici, sociologi ed esponenti di diverse tradizioni socio-culturali organizzate dalla Fondazione Stensen di Firenze, diretta dai padri gesuiti."



Un altro articolo tratto dal sito nove.firenze.it, datato 5 maggio 2005, ha il titolo eloquente Il film di Nichi Vendola in prima visione allo Stensen; in esso vi leggiamo:




"L’epopea elettorale del deputato di Rifondazione Comunista Nichi Vendola vissuta attraverso il grande schermo: l'appuntamento è a partire da domani (venerdì 6 maggio) all’Auditorium Stensen (Viale Don Minzoni 25) con ‘Nichi’, il documentario in prima visione nazionale che ripercorre da vicino le avventure, le ansie e i trionfi della campagna elettorale del personaggio politico dell’anno. "



Per i dettagli del film che descrive l'epopea di Vendola si veda direttamente il sito web ufficiale dello Stensen dei Gesuiti.


Il nome di Vendola allo Stensen riappare anche nel 2011. Da La Nazione leggiamo:



"A seguire tre rassegne di cinema, un ciclo di film d'animazione dedicato ai più piccoli, un omaggio a Pinocchio (a 40 anni dalla famosa saga di Luigi Comenicini) e l'inaugurazione del tour nazionale del festival dal Salento, '100 minuti corti', con l'anteprima nazionale del cortometraggio su Nichi Vendola, presentato all'ultima mostra del cinema di Venezia."

[...]

"Alle ore 21 si parte con l'anteprima toscana Sposerò Nichi Vendola di Andrea Costantino: il film, presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2010, racconta la storia della famiglia Amoruso che, a causa della crisi, deve vendere la propria casa, mentre negli stessi giorni si svolge la campagna elettorale di Vendola in Puglia."



Per la cronaca lo stesso giornale riferiva che "Uno degli appuntamenti più importanti sarà l'incontro con Luca Cordero di Montezemolo (9 febbraio) nell'ambito del ciclo di conversazioni 'Il cittadino e il senso dello Stato'. " Se avete letto il nostro blog già saprete che anche Montezemolo è un allievo dei gesuiti. Come vedete allo Stensen dei gesuiti ci vanno proprio tutti: destra, sinistra, centro, rivoluzionari, ecc. D'altronde:



"“In una società caratterizzata da crescenti tensioni civili, sociali e politiche – spiega il direttore della Fondazione Stensen, Ennio Brovedani sj - è opportuno offrire occasioni di riflessione comune a tutti quei cittadini che sentono l’esigenza di contribuire personalmente ai profondi mutamenti culturali e sociali in corso, attraverso la responsabile assunzione delle inedite e forse epocali sfide che si prospettano nel delicato momento storico che stiamo vivendo”. "



Ancora su Vendola: da gesuitinews.it leggiamo un estratto da "Italiaoggi" del 03/02/2011:




"Ma i gesuiti non si lasciano sfuggire nulla, nel panorama italiano, e Vendola sembra un beniamino della fondazione [Stensen dei Gesuiti] che ha sede nel capoluogo toscano: sì, perché il 12 febbraio sarà inaugurato proprio a Firenze il tour nazionale di «100 minuti corti», la selezione delle migliori opere del Salento Finibus Terrae, manifestazione che sarà inaugurata con un buffet pugliese a base di focaccia e vino e la proiezione di «Sposerò Nichi Vendola» di Andrea Costantino, film presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2010 che racconta la storia della famiglia Amoruso che, a causa della crisi, deve vendere la propria casa, mentre negli stessi giorni si svolge la campagna elettorale di Vendola in Puglia."



Dal corriere della sera apprendiamo che Vendola "nel 2005 venne a Roma in forma rigorosamente privata per i funerali di Giovanni Paolo II, seguiti tra la folla a sinistra della basilica, sotto il colonnato di Bernini." Il compagno di Vendola, Ed Testa, ha studiato dai gesuiti; lo leggiamo dal sito ufficiale di Nichi Vendola in una notizia dell'11 novembre 2012 dal titolo Chiamatemi First Gentleman, che è un'intervista al suo compagno; Ed dice di se: "Dopo il liceo dai Gesuiti e una laurea in Economia e commercio, a 23 anni ho cominciato a lavorare in agenzie pubblicitari ".

Le posizioni di Vendola-Stensen gesuitico e “contestatore” della Chiesa (“Nella mia religione non è contemplato il dogma dell'infallibilità del papa”, fonte) sono le stesse dei “progressisti” Gesuiti; come sappiamo i Gesuiti, che controllano il papato, e quindi non credono certo all'infallibilità del papa, sono impegnati nella demolizione del cattolicesimo così come lo conosciamo; questo cattolicesimo vecchio stampo non serve più nell'era della globalizzazione e del Nuovo Ordine Mondiale; esso verrà sostituito dalla nuova religione mondiale luciferina di Teilhard de Chardin, religione cardine di un sistema non meno tirannico del precedente, che è spinta dalla stessa Fondazione Stensen amica di Vendola:




"Un ulteriore momento importante dell'attività dello Stensen, anche se più discreto, è stato l'interesse per l'opera e il pensiero di Pierre Teilhard de Chardin che negli ultimi decenni ha trovato la sua concretizzazione in una sezione della biblioteca a lui dedicata, in una rivista semestrale e in incontri e convegni sul tema inesauribile e sempre stimolante del rapporto tra interpretazione scientifica e interpretazione teologica del mondo e della sua storia."



Adesso spostiamoci nel sito Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola e leggiamo il suo programma globalista:



Per questo l’Europa deve aprire le sue frontiere e consentire la libera circolazione delle persone, anche per garantire il diritto alla ricerca di lavoro. Siamo per un’Europa che lavora a un nuovo ordine mondiale multipolare. Vogliamo che l’Europa diventi una potenza civile, non militare.”



Poi abbiamo Bertinotti, che afferma:”...«Ma non mi pongo la domanda se credo o non credo. Mi sono sempre interessato alla Chiesa del Concilio e ho tanti amici di Chiesa, anche tra i cardinali». Da un articolo del 27 genanio 2008 di Raffaele Iannuzzi dal titolo Laico, cioè cristiano apprendiamo che:

...al presidente della Camera, Bertinotti, viene conferita una laurea “cattolica” che egli riceverà non prima di aver tenuto una solenne lectio magistralis, di fronte alle autorità ed agli studenti della Pontificia Università cattolica di Quito, in Ecuador. Naturalmente Bertinotti è stato invitato, guarda un po’, come si conviene, dal rettore, il gesuita Manuel Corrales Pascual.

Ancora su Fausto accolto dai gesuiti “progressisti”:

E A BERTINOTTI UNA LAUREA "CATTOLICA"

Il rettore Manuel Corrales Pascual, gesuita, lo presenta come il "leader di Rifondazione comunista". Poi Fausto Bertinotti, presidente della Camera, il comunista accanito lettore delle Lettere di san Paolo, tiene la Lectio magistralis che apre l’anno accademico della Pontificia Università cattolica di Quito.

Mentre al Papa negano un discorso nella seconda più grande università del mondo, dopo quella di Città del Messico, la prima in Italia e in Europa, al di là dell’oceano l’intelligenza dei cattolici accoglie il "subcomandante Fausto". Nessuno ha protestato in nome di alcuna esclusività. Bertinotti nel suo lungo viaggio in America latina la scorsa settimana ha visitato due università cattoliche, quella di Quito in Ecuador e la "Sedes Sapientiae" di Comunione e liberazione a Lima in Perù.

A Quito ha ammonito che «oggi il nuovo sovrano che minaccia la politica è la estremizzazione del mercato unita al matrimonio con la scienza e con la tecnica, e la scienza e le sue ambizioni totalizzanti. E questo ha messo la politica sotto schiaffo». Dunque, l’unica via d’uscita sta nella «restituzione all’uomo, chiunque egli sia, del controllo del suo destino». Al termine della Lectio magistralis, il Senato accademico ha deciso di consegnare a Fausto Bertinotti "il comunista" la laurea honoris causa in Scienze politiche."

 Bertinotti Vendola: un abbraccio nella fede

Ma l'amore dei gesuiti per Fausto viene da lontano. In un articolo di Repubblica dal titolo GESUITI: FAUSTO PRAGMATICO E INTELLIGENTE del lontano 17 gennaio 1997, che ci risulta comparire solo nella cache di google, leggiamo che: 


 

"ROMA - I gesuiti "battezzano" Fausto Bertinotti. Quasi un miracolo fatto di apprezzamenti per le sue capacità politiche ("E' intelligente e pragmatico"), benedetto persino dal Vaticano per il suo impegno a favore dei deboli. E' quanto si legge in un sorprendente editoriale di Civiltà Cattolica, il quindicinale dei gesuiti le cui bozze devono avere il preventivo placet della Segreteria di Stato della Sede. Un motivo di soddisfazione in più per Bertinotti, le cui gesta politiche vengono "lette" con tanti elogi e poche critiche (sull' utopia comunista o sulle posizioni su famiglia, bioetica, scuola libera) dal nuovo vicedirettore di Civiltà cattolica, padre Michele Simone. Il religioso auspica, tra l' altro, che "l' intelligenza politica di Bertinotti, unita al suo pragmatismo, tenga la rotta in Parlamento specialmente per le riforme istituzionali, perchè se il governo cade è il caos". "Sono molto orgoglioso - risponde Bertinotti - mi auguro che chi critica Rifondazione impari dai gesuiti". "

D'altronde, per il Bertinotti dei salottini chic e borghesi, come, del resto, per tutti gli altri fantocci di sinistra sopra citati, non è mai esitito l'Impero Capitalista Vaticano-Gesuitico e tutto è da ridurre alla "estremizzazione del mercato". Avro Manhattan la pensava un po diversamente:

"La Chiesa Cattolica, una volta che sono stati messi insieme tutti i suoi patrimoni, è l'agente di borsa più formidabile del mondo. Il Vaticano, indipendentemente dal papa che vi si insedia, si è  orientato sempre più verso gli Stati Uniti. Il Wall Street Journal ha detto che gli affari del Vaticano nei soli Stati Uniti erano così grandi che spesso esso ha comprato e venduto oro in lotti di milioni di dollari o più in una sola volta."

"La Chiesa Cattolica è la più grande potenza finanziaria, accumulatrice di ricchezza e di proprietà che sia mai esistita. Possiede ricchezze materiali più di ogni altra singola istituzione, corporation, banca, cartello gigante, governo o stato nel mondo intero. Il papa, come capo visibile di questo ammassamento di ricchezza, di conseguenza, è il più ricco individuo del XX secolo. Nessuno può realisticamente valutare quanto egli vale, in termini di miliardi di dollari."