"Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ."
- David Rockefeller, 1991 -
"lasciati prendere per mano dal bambino di Betlemme, non temere, fidati di lui, la forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un Nuovo Ordine Mondiale..."
- Papa Benedetto XVI -
28 Giugno 2013Ultime notizie sullo IOR:
da Il Secolo XIX
Ior, arrestato prelato e un funzionario 007
Roma - Un alto prelato, un funzionario dei Servizi segreti ed un broker finanziario sono stati arrestati nell’ ambito di un filone di indagine sullo Ior in corso alla procura della Repubblica di Roma. Le accuse sono di corruzione e truffa. L’indagine - è stato ribadito - nasce come filone autonomo della più ampia inchiesta sullo Ior. Non si conoscono, per ora, i fatti specifici addebitati ai tre arrestati.
I provvedimenti, dopo le indagini svolte dal nucleo valutario della
Gdf, sono stati chiesti dalla procura di Roma. Le richieste sono state
accolte dal gip della capitale, Barbara Callari. Tra gli arrestati c’è monsignor Nunzio Scarano,
responsabile del servizio di contabilità analitica dell’Amministrazione
del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), l’organismo che gestisce i
beni della Santa Sede. Scarano, tra l’altro, è coinvolto a Salerno in un’altra indagine per ricettazione. Le altre due persone arrestate sono l’agente dell’Aisi Maria Zito e il broker Giovanni Carenzio. Tra
i reati contestati, oltre alla truffa ed alla corruzione anche la
calunnia. La vicenda giudiziaria ruota intorno ad un accordo tra Scarano
e Zito finalizzata a far rientrare dalla Svizzera 20 milioni cash
di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato.
Per questo «servizio», Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro.
Ecco la "Chiesa povera" di Bergoglio!
"Sono passati 100 giorni dalla sua elezione, ma la rivoluzione che tanti
avevano pronosticato con l'elezione di papa Francesco non si è ancora
avverata. Perché i problemi che c'erano sono rimasti sul tappeto, e per
il momento non sembrano avere soluzione. Per di più, i tentativi di
soluzione che il papa venuto “dalla fine del mondo” ha prospettato non
sembrano adeguati. [...] Quello che lascia perplessi non pochi in Vaticano è che, al di là di
gesti indicati come rivoluzionari (le scarpe nere già portate da
Wojtyla, la scelta di andare a vivere a Santa Marta, l'essere fuori dai
giri di Curia, la croce di semplice ferro), in questi 100 giorni ben
poco sembra essere cambiato rispetto al papato di Benedetto." fonte
Sappiamo che per il Vaticano contano più le campagne di marketing da dare in pasto all'opinione pubblica, piuttosto che i fatti concreti. La Santa Sede, cioè l'agenzia di spettacolo più grande del mondo, funziona proprio così. D'altronde lo stesso ricoperto d'oro dalla testa ai piedi Benedetto XVI aveva detto che i soldi "sono niente, e tutte queste cose, che sembrano
vere, in realtà sono di secondo ordine"....
Con quale superiorità morale codesti personaggi vorrebbero imporre a noi tutti un "un nuovo ordine mondiale politico ed economico, ma al
tempo stesso soprattutto spirituale"?
Chi è monsignor Nunzio Scarano?
"Salerno - Sacerdote dal 1987, monsignor Nunzio Scarano prima
di prendere i voti è stato funzionario di banca. Nei primi giorni di
giugno è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura della
Repubblica di Salerno con l’accusa di riciclaggio in un’inchiesta su presunte donazioni, ritenute fittizie dall’accusa. Secondo l’ipotesi investigativa, in realtà queste donazioni sarebbero servite a mascherare un maxi riciclaggio di denaro,
che ruotava proprio intorno alla figura di Scarano. Il prelato - sempre
secondo l’ipotesi investigativa - avrebbe contattato alcune decine di
persone (56 gli indagati tra Salerno e provincia) e avrebbe chiesto a
ognuno di loro la compilazione di un assegno circolare da 10mila euro, spiegando di dover ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune case nel centro di Salerno. Quegli
assegni, però, sarebbero stati solo una partita di giro, perché al
momento della consegna i «donatori» avrebbero trovato sul tavolo
l’equivalente in contanti, per risarcirli in toto dell’esborso.
Monsignor Scarano, sospeso cautelativamente dal Vaticano dal suo
incarico nei giorni scorsi, ha sempre negato ogni addebito.
Nell’inchiesta della Procura di Salerno Mons. Scarano è difeso
dall’avvocato Silverio Sica" Fonte: ll Secolo XIX
"In
verità, tutto il Concilio Vaticano II fu mosso dall'anelito di
annunciare all'umanità contemporanea Cristo, luce del mondo. Nel
cuore della Chiesa, a partire dal vertice della sua gerarchia, emerse
impellente, suscitato dallo Spirito Santo, il desiderio di una nuova
epifania di Cristo al mondo, un mondo che l'epoca moderna aveva
profondamente trasformato e che per la prima volta nella storia si
trovava di fronte alla sfida di una civiltà globale, dove
il centro non poteva più essere l'Europa e nemmeno quelli che
chiamano l'Occidente e il Nord del mondo. Emergeva l'esigenza
di elaborare un nuovo ordine mondiale politico ed economico, ma al
tempo stesso soprattutto spirituale e culturale,
cioè un rinnovato umanesimo. Con crescente evidenza si imponeva
questa constatazione. Un nuovo ordine mondiale economico e
politico non funziona se non c'è un rinnovamento spirituale, se non
possiamo avvicinarci di nuovo a Dio e trovare Dio in mezzo a noi.
Già prima del Concilio Vaticano II, coscienze illuminate di
pensatori cristiani avevano intuito ed affrontato questa sfida
epocale. Ebbene, all'inizio del terzo millennio ci troviamo nel
vivo di questa fase della storia umana,
che è stata ormai tematizzata intorno alla parola
“globalizzazione”."
pag.
61-62
Nonostante si parli di "umanesimo", il fatto che l'aspirazione sia "trovare Dio in mezzo a noi" ci toglie ogni dubbio sul fatto che il "nuovo ordine" che vuole il Vaticano non sia molto diverso da un regime teocratico. Sulla
nuova teocrazia globale ecumenica in via di formazione si veda anche
il nostro Il
Nuovo Ordine Religioso Mondiale.
Nell'elaborare tali documenti, le
alte gerarchie vaticane si saranno sicuramente chieste come arrivare
ad un "rinnovamento
spirituale",
all'interno di una "civiltà
globale".
Che
la crisi economica fabbricata a tavolino sia intesa come un mezzo per
un rinnovato
fanatismo spirituale,
cioè per una Nuova
Teocrazia,
non siamo noi i soli ad ipotizzarlo, ma è addirittura il banchiere ed
economista cattolico Ettore
Gotti Tedeschi,
l'ex capo dello IOR, a spiegarcelo; in un'intervista a Il
Sussidiario.net del 13 marzo 2013, dal titolo
Gotti Tedeschi: un nuovo "ordine mondiale" può salvarci
dalla crisi,
egli afferma che vi sono due soluzioni alla crisi attuale: la prima
soluzione, secondo il banchiere, è quella di ristabilire gli
equilibri naturali dell'economia secondo le sue leggi; mentre:
Il miracolato Ettore Gotti Tedeschi
"La
seconda soluzione è miracolistica e piacerà a padre Livio Fanzaga
(direttore Radio Maria, ndr). Proverò a descriverla per fasi
susseguenti. La crisi economica in Occidente provoca maggior sobrietà
negli stili di vita. La paura per la perdita del lavoro e per la
povertà porta le persone a cercare il senso della vita.
Miracolosamente sono in ciò aiutate da preti che son tornati a
insegnar dottrina e studiare le Encicliche dei Papi, il Magistero
della Chiesa, e trovano nuovo vigore per insegnarlo, i seminari si
riempiono e si torna a studiare il Tomismo. Si recupera il senso
della vita e si comprende la natura e la dignità dell'uomo che per
stare in equilibrio si deve sì soddisfare materialmente, ma anche
intellettualmente e spiritualmente. Si torna a investire in
Università e conoscenza anziché in supermercati. Si sviluppa
più collaborazione all'interno delle nazioni e fra le nazioni.”
E
tutto questo cosa ci dice?
Si
capisce che se i mezzi si gestiscono senza fini sono destinati a non
funzionare. La crisi, in pratica, è servita a salvare l'uomo.
La prima soluzione, che presuppone una durata lunga, è determinata
dalle leggi di mercato. La seconda, che è più duratura nel tempo,
vede l'intervento provvidenziale che salva il mondo agendo sugli
uomini anziché sugli strumenti. Benedetto XVI aveva visto giusto e
bene. E la Madonna di Medjugorie aveva ragione...”
Domanda:
Il nostro banchiere
cattolico Gotti Tedeschi, che è stato, dal 2009 al 2012, a capo
dello IOR, cioè, ricordiamolo, a capo di una delle banche più
potenti, antidemocratiche e funeste del globo, e ha ricoperto diversi
altri incarichi di alto livello nel mondo bancario e finanziario, ha
forse dato una mano, dalla sua posizione di potere, affinché questa
sua "idilliaca" visione si avverasse? Il suo rimarcare che
la crisi è servita a “salvare l'uomo” non sembrerebbe
dare adito a dubbi che, per Gotti Tedeschi, se questa crisi non ci
fosse stata, avrebbero dovuto inventarla. Sul fatto che la crisi
abbia salvato l'uomo, non possiamo che rimarcare la catena di
suicidi che ogni giorno ha scosso, e scuote, i paesi più duramente colpiti,
cominciando dalla Grecia:
“(ANSA)
- ATENE, 14 MAG - La crisi finanziaria greca sarebbe all'origine di
una vera e propria ondata di suicidi registrata in tutto il Paese.
Gli ultimi due a togliersi la vita: il proprietario di una panetteria
ad Atene che si e' impiccato nel suo negozio e un meccanico della
capitale che si e' sparato un colpo di fucile. Suicidi sono segnalati
in diverse parti del Paese, a Creta, Trikala, Salonicco, Veria e
Serres.
Aumentate
del 70% le chiamate ai centri di assistenza psichiatrica."
Anche
in Italia ogni giorno siamo testimoni di persone che si suicidano per
la difficoltà di tirare avanti:
“Moglie
e marito suicidi per la crisi, E il fratello di lei si getta in mare.
La
tragedia a Civitanova Marche. Lui, 62 anni, era esodato. Lei, 68,
prendeva 400-500 euro di pensione. “Non avevano più i soldi per
l’affitto” A poche ore dalla morte della coppia anche il parente
si toglie la vita"
"Imprenditori,
specie di piccole e medie aziende, ditte a volte a carattere
famigliare, che si suicidano. Un fatto nuovo, grave, preoccupante.
Tragico. L’area geografica maggiormente colpita dal fenomeno è il
Nord con 39 casi dal gennaio 2013, oltre il 40% dei suicidi censiti
in Italia fino a metà marzo; di questi, ben 27 sono stati registrati
nel solo Nord Est, cioè il 30% del totale nazionale. In questa
(tragica) classifica seguono il Centro con il 25,8% degli episodi, le
isole con il 15,7% e il sud con il 14,6%."
Se
per Gotti Tedeschi "salvare l'uomo" significa mandarlo
anzitempo in paradiso (o all'inferno, perchè il suicidio nel cattolicesimo è un grave peccato mortale), siamo certi che la crisi economica, così
lodata dal nostro banchiere, ha avuto i suoi benefici effetti.
Interessante
poi la sua affermazione che la crisi ci porterebbe ad investire in
Università anziché in supermercati; a parte il fatto che i soldi,
adesso, non li abbiamo né per l'una né per gli altri, dobbiamo
amaramente constatare che i molti padri di famiglia che negli anni
passati avevano fatto grandi sacrifici per far laureare il proprio
figlio affinché trovasse un impiego che gli permettesse di esplicare
al meglio le proprie capacità e nel contempo gli desse da vivere, adesso
si trovano a mantenere un disoccupato di 30-40 anni con master e
specializzazione, ma senza uno straccio di lavoro e senza alcuna
prospettiva per il futuro, se non quella di dipendere ancora dal
genitore e dalla sua sempre più magra pensione. Questa prospettiva,
ne siamo certi, non spingerà certo i molti ad iscriversi ai corsi di
laurea, soprattutto i figli di gente povera; e l'alta formazione
ritornerà solo ad appannaggio delle classi ricche. Che l'uomo così
spogliato e depredato del suo intelletto e della sua ricchezza,
ritorni tra le braccia dei preti, e veda in loro dei salvatori,
purtroppo, è un evento altamente probabile; in ciò Gotti Tedeschi
ha pienamente ragione: ma questo è il loro obbiettivo! Questa è la
“Nuova
Evangelizzazione”
con annessa “Autorità
Mondiale”
tanto sbandierata nei documenti papali, come nel Discorso
Del Santo Padre Benedetto Xvi Ai Partecipanti Alla Plenaria Del
Pontificio Consiglio Della Giustizia E Della Pacedel
3 dicembre 2012
:
"Da
una
nuova evangelizzazione del sociale possono
derivare un nuovo umanesimo e un rinnovato impegno culturale e
progettuale. Essa aiuta a detronizzare
gli idoli moderni,
a sostituire l’individualismo,
il consumismo materialista e la tecnocrazia,
con la cultura della fraternità e della gratuità, dell’amore
solidale. [...] Il beato Papa Giovanni
XXIII ha motivato l’impegno per la
costruzione di una comunità mondiale, con una corrispondente
autorità,
proprio muovendo dall’amore, e precisamente dall’amore per il
bene comune della famiglia umana. Così leggiamo nella Pacem
in terris: «Esiste
un rapporto intrinseco fra i contenuti storici del bene comune da una
parte e la configurazione dei Poteri
pubblicidall’altra.
L’ordine
morale, cioè, come esige l’autorità pubblica nella convivenza per
l’attuazione del bene comune, di conseguenza esige pure che
l’autorità
a tale scopo sia efficiente»
Come
abbiamo già detto in
un precedente articolo, la crisi non è servita a salvare l'uomo,
ma a riconfigurarlo come suddito del potere temporale dell'azienda
più ricca del mondo, la Vaticano & Gesuiti S.p.a.:
“La
classe nobiliare ha valutato che lo stesso capitalismo (più o meno
un regime oligopolistico di mercato dove le grosse aziende erano
sempre in mano ad un'élite) è un regime che dev'essere superato;
perché questo capitalismo, pur con tutte le sue imperfezioni e
schiavitù, avrebbe a lungo andare creato un certo benessere diffuso,
una classe media potente (lobby che avrebbe insidiato la nobiltà) e
un barlume di democrazia partecipativa; tutti fattori che la nobiltà
non voleva certo si sviluppassero nella società da essa controllata;
tutti questi fattori erano una minaccia al potere secolare della
nobiltà."
Nella
povertà materiale e intellettuale gli uomini tornano
invece a cercare i preti:
“La
Chiesa potrà quindi dedicarsi alla sua elemosina per i poveri con
rinnovato fervore, facendoci cadere dall'alto della sua mano sinistra
i beni per sopravvivere che ci avrà prima sequestrato con quella
destra; la vera essenza dell'opera pia."
"In
tal senso possiamo tranquillamente supporre che la crisi economica
sia una benedizione per la Chiesa, perchè gli uomini "secolarizzati"
ridotti alla fame, per mezzo degli aiuti della Caritas, ritornano a
Dio, cioè nelle grinfie dei tentacoli Vaticani, che, sulle macerie
dello stato sociale, spicca fra tutti per la carità effettuata con
le tasche degli altri;
ma attenzione, solo una minima parte dei soldi incassati serve a
svolgere le attività assistenzialivaticane;
ad esempio, per quanto riguarda l'otto per mille, secondo
l'Espresso del 16 maggio 2012, "la
Chiesa ne spende solo un quinto in opere di carità: il grosso
finisce per costruire parrocchie e stipendiare i sacerdoti"."
Roma - Un alto prelato, un funzionario dei Servizi segreti ed un broker finanziario sono stati arrestati nell’ ambito di un filone di indagine sullo Ior in corso alla procura della Repubblica di Roma. Le accuse sono di corruzione e truffa. L’indagine - è stato ribadito - nasce come filone autonomo della più ampia inchiesta sullo Ior. Non si conoscono, per ora, i fatti specifici addebitati ai tre arrestati.
I provvedimenti, dopo le indagini svolte dal nucleo valutario della
Gdf, sono stati chiesti dalla procura di Roma. Le richieste sono state
accolte dal gip della capitale, Barbara Callari. Tra gli arrestati c’è monsignor Nunzio Scarano,
responsabile del servizio di contabilità analitica dell’Amministrazione
del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), l’organismo che gestisce i
beni della Santa Sede. Scarano, tra l’altro, è coinvolto a Salerno in un’altra indagine per ricettazione. Le altre due persone arrestate sono l’agente dell’Aisi Maria Zito e il broker Giovanni Carenzio. Tra
i reati contestati, oltre alla truffa ed alla corruzione anche la
calunnia. La vicenda giudiziaria ruota intorno ad un accordo tra Scarano
e Zito finalizzata a far rientrare dalla Svizzera 20 milioni cash
di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato.
Per questo «servizio», Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro.
Chissà
cosa penserebbe il nostro Gianni Lannes se sapesse che l'
Ammiraglio in pensione Mark Fitzgerald, ex capo del Comando Interforze
della Nato a Napoli, tempo fa disse che "la
missione della NATO e quella dei Sovrani Cavalieri di Malta sono
simili";
il nostro Lannes, che ha "conosciuto
personalmente Wojtyla e perfino il cardinale Ratzinger (beve succo
d'arancia e mangia risotti)",
e non ha mai parlato del potere dell'Ordine
di Malta, penserebbe forse che ciò che accomuna la Nato ai
Cavalieri di Malta sia "l'assistenza agli anziani, agli
handicapati, ai rifugiati, ai bambini, ai senzatetto, e a coloro che
sono colpiti da lebbra, senza distinzione di razza o di religione"?
Perchè è proprio questo che i Cavalieri di Malta e la Nato vogliono
farci credere, almeno secondo quanto riportato dal sito ufficiale
dell'Allied
Joint Force Command (JFC) Napoli della Nato, in una notizia
datata 11 dicembre 2009, in cui si annunciava che lo stesso
Ammiraglio Fitzgerald era stato decorato dai Sovrani Cavalieri di
Malta. Egli aggiunse che "Darò
il mio massimo sostegno a tutti gli ideali delle nostre grandi
organizzazioni".
Ma voi ci credete veramente che i sommi ideali della NATO e dei
Cavalieri di Malta siano "l'assistenza agli anziani, ai
senzatetto...."?
Noi,
più modestamente, crediamo che gli ideali che li accomunano siano
quelli che esponemmo tempo fa nel nostro articolo dal titolo Il
Crociato von Freyberg a Capo dello IOR in cui si parlava del
nuovo Cavaliere di Malta a capo dello IOR:
"Adesso
ritorniamo alle considerazioni riportate dal giornale Avvenire:”Ernst
von Freyberg...membro dell’Ordine dei Cavalieri di
Malta...presidente dei cantieri navali Blohm+Voss Group di Amburgo...
che fa anche parte di un Consorzio che costruisce quattro fregate per
la marina militare tedesca ... navi destinate ad aiutare la Germania
e la Nato a combattere terroristi
e pirati”.
Cari
lettori capite cosa è cambiato nel corso di tutti questi secoli? Non
è cambiato nulla; secoli fa avevamo la flotta navale dell'Ordine di
Malta impegnata a combattere i musulmani e i corsari, adesso abbiamo
un Cavaliere di Malta presidente di cantieri navali che fabbricano
navi da guerra che vengono impiegate contro i terroristi e i pirati!
La storia è sempre la stessa, solo che sono in molti ancora a non
averlo capito.”
In
questa
pagina di wikipedia trovate una biografia dell'ex Ammiraglio Mark
P. Fitzgerald, ora in pensione. L'importanza del ruolo rivestito da
Mark P. Fitzgerald è stata bene evidenziata in un articolo
di Repubblica.it del 10 ottobre 2010, dal titolo Nato,
cambio di comando “Qui si fanno cose che cambiano il mondo",
dove
si parlava dell'avvicendamento al posto di comando del JFC di Napoli
tra lo stesso Mark P. Fitzgerald e Samuel J. Lockear III, il
comandante che gli era subentrato:
“C'è
un luogo, a Napoli, dove si decidono strategie e operazioni che
riguardano lo scacchiere internazionale.
Nessuna esagerazione. Magari molti sottovalutano quel piccolo
spicchio di città comunemente chiamato Nato, a Bagnoli, ma il ruolo
che riveste il Comando Jfc è cresciuto negli anni. Chi guida il
Joint Force Command Naples deve avere esperienza, capacità
decisionali non comuni, freddezza e carisma.
Ecco
perché assume importanza il cambio di comando tra l'ammiraglio Mark
P. Fitzgerald e il suo collega Samuel J. Locklear III, avvenuto
durante la cerimonia al Jfc. Locklear III, adesso, è il nuovo capo
delle Forze Navali statunitensi in Europa e Africa (NAVEUR-NAVAF) e
del Comando Interforze Alleato di Napoli. Insomma, un ruolo
preminente in ambito mondiale. Un triplice compito, delicato e
rilevante.
Anche
per questo alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità civili
e militari nazionali e internazionali: l'ammiraglio Gary Roughead,
capo delle Operazioni Navali Usa, il generale dell'Esercito americano
William "Kip" Ward, comandante delle forze statunitensi in
Africa e il generale dell'Aeronautica tedesca Manfred Lange, del
Comando operazioni alleato.
Le
parole dell'ammiraglio Fitzgerald, non senza enfasi, danno comunque
il senso del ruolo svolto e di quello che dovrà adesso svolgere il
suo successore e, soprattutto, di come viene inteso: "Qui
a NAVEUR-NAVAF e al JFC sono state fatte cose che hanno cambiato il
mondo
e non vi è dubbio che il merito vada al
personale e ai comandanti. Grazie a loro, l'Alleanza continua ad
essere sicura, i cittadini sono protetti e la democrazia, la
libertà e la prosperità possono trionfare. E' stato per me un vero
onore poter lavorare con tali professionisti".
C'è
stata solennità nella cerimonia. Una volta terminata la lettura
dell'ordine di servizio, l'ammiraglio Fitzgerald si è portato al
centro del palco d'onore dove, unitamente al generale Lange, agli
ammiragli Locklear e Roughead e al primo maresciallo della Flotta
Brad LeVault di NAVEUR-NAVAF, ha partecipato al passaggio ufficiale
di consegne.
L'Ammiraglio Locklear, letto il proprio
ordine di servizio, ha pronunciato le sue prime parole ufficiali nel
nuovo incarico: "Sono molto orgoglioso di essere a capo
della capace squadra di uomini e donne di NAVEUR - NAVAF. Sono
impressionato dalla vastità di quest'area di responsabilità
,un'area che si estende tra i due poli, tocca tre continenti ed è
bagnata dal Mare Artico, dall'Oceano Atlantico e dall'Oceano Indiano.
Ecco le acque nelle quali dovrò navigare. Faccio affidamento
sull'aiuto degli uomini e delle donne di NAVEUR-NAVAF per
perseguire il rafforzamento della sicurezza in Europa e Africa".
L'area di responsabilità di NAVEUR-NVAF copre circa metà
dell'Oceano Atlantico, dal Polo Nord all'Antartico, e comprende
l'Adriatico, il Mar Baltico, il Mare di Barents, il Mar Nero, il Mar
Caspio, il Mediterraneo e i mari del Nord oltre alla Russia, l'Europa
e quasi tutto il continente africano.
Incontri,
decisioni operative, missioni da organizzare.Avviene tutto in quel
piccolo spicchio di città, a Bagnoli e in altri luoghi collegati.
Nel riserbo più assoluto. E
granitico. Tanto da sfuggire a molti, che neppure immaginano come a
Napoli esistano stanze dei bottoni dove si pianificano e si attuano
strategie che hanno riflessi sul panorama e sugli assetti del mondo."
A
questo
link troviamo altre belle foto dell'onorificenza concessa
all'Ammiraglio Mark Fitzgerald
dai
Cavalieri di Malta.
Mentre,
in Italia, la sinistra
controllata dal Vaticano distraeva gli ingenui lettori di La
Repubblica, Il Manifesto e
l'Unità, dandogli in pasto IL MOSTRO Cavaliere
Costantiniano Silvio Berlusconi, il vero potere gesuitico, da
dietro le quinte, faceva i propri affari, sia con i governi di destra,
che con quelli di sinistra, senza che alcun giornale di rilievo
puntasse pericolosamente il dito su questo manovratore occulto.
L'attuale
presidente della BCE Mario Draghi fu un protagonista indiscusso di questa Serie A del potere. Dal
blog di Miro
Renzagli leggiamo alcune delle sue imprese:
"Nel
1991, di nuovo in Italia, Draghi assume un altro incarico: quello di
Direttore Generale del Ministero del Tesoro al quale aggiungerà
(1993) la presidenza del Comitato Privatizzazioni.I
suoi meriti nel privatizzare tutto il privatizzabile del patrimonio
italiano devono essere stati rilevantissimi se 10 (dico: dieci)
governi consecutivi, di ogni forma e colore, fino al 2001,
considerarono la sua azione talmente efficiente da inchiodarlo a
quella poltrona.
E, in effetti, l’opera di smantellamento da lui diretta registra
incredibili successi. Copio e incollo dal sito ufficiale di
Confindustria:
«Tra il 1993 e i primi mesi del 2001 in Italia sono state effettuate
cessioni al mercato di quote di aziende pubbliche per circa 234.800
miliardi di lire. Le cessioni hanno riguardato importanti aziende di
proprietà del Ministero del Tesoro (come Telecom, Seat, Ina, Imi,
Eni, Enel, Mediocredito Centrale, Bnl), dell’Iri (come
Finmeccanica, Aeroporti di Roma, Cofiri, Autostrade, Comit, Credit,
Ilva, Stet), dell’Eni (come Enichem, Saipem, Nuovo Pignone),
dell’Efim, degli altri enti a controllo pubblico (come Istituto
Bancario S. Paolo di Torino e Banca Monte dei Paschi di Siena) e
degli enti pubblici locali (come Acea, Aem, Amga)». Bisogna
ammetterlo: non era facile ma lui c’è riuscito. Gliene furono
grati in molti, ma non l’ex Presidente Francesco
Cossiga
che lo accusò pubblicamente, anche
in Tv,
di aver favorito i suoi futuri datori di lavoro della GS."
Imprimetevi
bene queste parole su Draghi tratte da Wikipedia:
"Nel
1991
viene nominato Direttore generale del Ministero del Tesoro, incarico
mantenuto fino al 2001
fra il succedersi di 10 governi. Dal 1993
al 2001 è Presidente del Comitato Privatizzazioni. È stato artefice
delle più importanti privatizzazioni
delle aziende statali italiane, avendo ricoperto diversi incarichi
nel Ministero
del Tesoro
durante gli anni
novanta.”
Ma
chi è Mario Draghi? Solo un agente di Goldman Sachs? Naturalmente
nessuno, o quasi, nell'informazione "alternativa"
italiana, ha mai rilevato che Mario Draghi è il prodotto perfetto
delle scuole dei gesuiti, come noi rilevammo in questo post: I
Gesuiti che in Italia allevano la classe dirigente,
compreso Mario Draghi
"“Sarebbe
un errore pensare che nella stima che Draghi si è guadagnato ovunque
nel mondo il nostro Paese non c’entri nulla. C’entra
anche l’Italia, quella migliore: quella della sua formazione negli
istituti dei gesuiti che gli ha dato spessore culturale, equilibrio e
coerenza di pensiero;
c’entra il ruolo svolto in un decennio al Tesoro nel periodo del
parziale risanamento della finanza pubblica, dell’ingresso
dell’Italia nell’euro e di un processo di privatizzazioni che ha
cambiato la cultura del mercato nel nostro Paese”. Numerosi
sono stati nelle ultime settimane i profili di Mario Draghi, neo
Presidente della Banca Centrale Europea, comparsi in diversi
giornali, in cui non si è trascurato di menzionare la sua formazione
presso l’Istituto Massimiliano Massimo a Roma.
Nell’articolo pubblicato il 25 giugno dal Corriere
della Sera si
sottolinea il particolare beneficio che questa ha esercitato sulla
sua crescita umana e professionale, ottima base per l’intera sua
prestigiosa carriera. In un ricordo di Draghi che sullo stesso
giornale fa Luigi Abete, Presidente della BNL e di Assonime, suo
compagno di scuola, emergono alcune sue qualità: diligente,
studioso, bravo, molto sportivo. Abete descrive quel collegio degli
anni cinquanta come “una scuola con una forte identità”. E
continua: “L’insegnamento più forte che i gesuiti hanno
inculcato ai loro studenti era che ‘il
fine anche nobile non giustifica mai i mezzi’.
La correttezza deve essere sostanziale. Ci hanno insegnato che
se tu sei nella parte di società fortunata devi anche pensare agli
altri”. Dare lezione ai ragazzini poveri delle borgate romane:
questa una delle esperienze condivise con Draghi e che Abete
racconta, identificandola come occasione in cui si è “formato il
senso del dovere,
uno dei valori fondamentali trasmessi dai gesuiti”. "
Smantellare
l'Italia, naturalmente, per i gesuiti è un "fine nobile"
che è stato intrapreso con "mezzi nobili". Questo
è il "senso del dovere" del
soldato Draghi nell'intrapresa Ad
Maiorem Dei Gloriam.
Un
altro generatore di catastrofi occulto, anche se incensato
pubblicamente dai giornali sopra citati, fu Carlo Azeglio Ciampi. In
un'intervista che Nino Galloni ha rilasciato a Claudio Messora, si evidenzia il ruolo
fondamentale di Carlo Azeglio Ciampi; leggiamo
un articolo al riguardo:
“Il primo colpo storico contro
l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro
presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro
Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno”
della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale
italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta
propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue.Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare
lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a
cominciare da quella inglese.“
[…]
“Alla fine degli anni ‘80,
la vera partita dietro le quinte è la liquidazione definitiva
dell’Italia come competitor strategico: Ciampi, Andreatta e De
Mita, secondo Galloni, lavorano per cedere la sovranità nazionale
pur di sottrarre potere alla
classe politica più corrotta d’Europa. “
Anche
qui, l'informazione “alternativa”
si dimentica di approfondire; chi è, infatti Carlo Azeglio Ciampi?
Da Il
Giornale leggiamo:
“Dai gesuiti, ma al «San
Francesco Saverio» di Livorno, si è diplomato invece l'ex
presidente Carlo Azeglio Ciampi, un laico dalla religiosità sobria
ma rigorosa (ogni domenica a messa), da buon allievo gesuita. “
“Figlio
di Pietro Ciampi e di Maria Masino, piemontese di Cuneo.
Frequenta l'Istituto San Francesco Saverio, retto dai Gesuiti,
dalla terza elementare al liceo. Salta la quinta elementare e la
terza liceo per gli ottimi voti conseguiti nelle classi precedenti.”
Se
non siete ancora convinti potete legge anche questo articolo del
corriere
della sera del 20 maggio 1999:
“I
ricordi di padre Matini, ora novantenne: era timidissimo e religioso.
Si iscrisse alla Congregazione mariana. Il gesuita che gli insegno'
greco: Carlo Azeglio? Continuo a dargli del "tu" ARICCIA
(Roma) - "Mi rivolgo a lui col "tu", certo. E lui
naturalmente mi risponde col "lei". Vecchia regola dei
Padri gesuiti: se sei ex alunno ti trattano da ragazzino anche quando
hai i capelli bianchi. O magari sei diventato presidente della
Repubblica e ti chiami Carlo Azeglio Ciampi.
[…]
Matini
e' l' unico professore di Ciampi ancora vivo: tra il ' 34 e il ' 35
fu lui a dargli lezioni di greco alla "San Francesco
Saverio" di Livorno.
Angelo era gia' laureato in filosofia e stava per affrontare gli
studi di teologia. Carlo Azeglio aveva 14 anni ed era iscritto al
ginnasio. Com' era il giovane Ciampi, padre Matini? "Molto
studioso. Apprendeva con facilita' ed io ero contento di lui. Carlo
era legatissimo alla famiglia, soprattutto al fratello Giuseppe, pure
lui studiava da noi […] Possibile che il giovane Ciampi fosse cosi'
"perfetto"? Non avra' avuto un difetto, magari uno
soltanto? "A dire la verita' , questo lo ricordo, era timido.
Anzi, timidissimo. E questa sua timidezza finiva col preoccupare non
poco noi professori. Anche suo fratello Giuseppe era riservato. Ma
meno di Carlo. I giovani Ciampi erano comunque seguitissimi dalla
famiglia. La mamma, la ricordo come fosse oggi, veniva spesso a
parlare col rettore". Ed era religioso? "E come no? Era
iscritto alla Congregazione Mariana". Ovvero l' antica
associazione che segue la crescita spirituale dei giovani nel segno
di Sant' Ignazio di Loyola sollecitandoli al culto della Madonna.
Particolare che inevitabilmente avvicina Ciampi al suo predecessore
Scalfaro. Come sono stati i
vostri rapporti nel tempo? "Ci siamo sentiti sempre, almeno ogni
Natale, e ci vogliamo davvero bene. Due anni fa e' venuto a visitarci
e spero che tornera' . Intanto prego ogni mattina per lui da quando
e' stato eletto. Mi fanno ridere certe polemiche: laico, cattolico...
Carlo e' un buon credente incapace di fingere o
esagerare. Questo, si' ,
conta". Come si comportera' al Quirinale? "Benone.
Certo...". Certo, padre? "Certo sara' una brutta gatta da
pelare". E le manone nascondono una gran risata.
Paolo
Conti "
Tra le tante onorificenze
conseguite da Carlo Azeglio Ciampi ricordiamone due in particolare:
“CITTÀ
DEL VATICANO - Pioggia di onorificenze pontificie sulle autorità
dello Stato italiano, «conferite» tra le visite in Vaticano del
presidente Casini - avvenuta il 7 novembre - e quella dell' altro
ieri del presidente Berlusconi: sono stati «insigniti» dell' Ordine
Piano il presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi,
i presidenti del Senato e della Camera Marcello Pera e Pier
Ferdinando Casini, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini e il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. L'
Ordine Piano (istituito da Pio IX nel 1847) è la terza tra le
onorificenze pontificie, dopo quelle dell' Ordine supremo del Cristo
e dell' Ordine dello Speron d' Oro, che vengono assai raramente
conferiti a «sovrani e capi di Stato cattolici particolarmente
benemeriti verso la Sede Apostolica». Dopo l' Ordine Piano vi
sono altre due onorificenze pontificie: l' Ordine di San Gregorio
Magno e l' Ordine di San Silvestro Papa."
2)
Collare al Merito Melitense dell'Ordine di Malta
"Il Presidente Ciampi ha
espresso grande apprezzamento per l’impegno profuso dall’Ordine
di Malta, dichiarando la volontà di ampliare ulteriormente le
attività ed i progetti di assistenza da sviluppare congiuntamente.
Al
termine dei colloqui il Gran Maestro ha insignito il Presidente della
Repubblica Ciampi della più alta decorazione dell’Ordine di Malta:
il Collare al Merito Melitense."
Dal
sito web di Carlo
Azeglio Ciampi estraiamo le immagini del suo incontro con
l'Ordine di Malta e il suo ex Gran Maestro Andrew Bertie:
"Vorrei in eguale misura
sottolineare l’eccellenza delle nostre relazioni con la cara
Italia; relazioni che hanno avuto come momento più significativo la
visita di stato effettuata dal Presidente Ciampi al Palazzo
Magistrale, oltre ai numerosi incontri con membri del Governo e del
Parlamento; sono inoltre lieto che recentemente sia stato possibile
firmare due accordi di cooperazione con il Governo italiano: uno con
la Protezione Civile, l’altro con il Ministero della Sanità."
Beniamino
Andreatta fu un uomo della Democrazia Cristiana; dalla Treccani
leggiamo:
"Andreatta,
Beniamino. - Uomo politico ed economista italiano (Trento
1928 - Bologna 2007). Parlamentare dellaDemocrazia
Cristiana
dal 1976 al 1992, rieletto nel 1994 e nel 1996 per il Partito
popolare italiano di cui è stato uno dei fondatori, è stato
ministro del Bilancio (1979), del Tesoro (1981-82), degli Esteri
(1993-94) e della Difesa (1996-98). È uscito dalla vita politica
attiva in seguito a una grave malattia. Postumo, nel 2011 è stato
pubblicato a cura di E. Letta il volume dei suoi Discorsi
parlamentari.
"
Da
Wikipedia
leggiamo anche della sua formazione all'Università
Cattolica del Sacro Cuore:
Nel
1961, dopo il
matrimonio con la moglie Giana, andò in India
per conto del MIT,
come consulente presso la Planning Commission del governo di
Jawaharlal
Nehru.
"Questa mattina il Gran
Maestro del Sovrano Ordine di Malta Fra’ Andrew Bertie è stato
ricevuto al Palazzo del Quirinale dal Presidente della Repubblica
Italiana Carlo Azeglio Ciampi.
All’arrivo
di Sua Altezza e della delegazione melitense nel cortile del palazzo
che ospita la Presidenza della Repubblica, la bandiera dell’Ordine
di Malta è stata issata sul torrino, accanto a quella della
Repubblica Italiana e a quella dell’Unione Europea. Dopo
l’esecuzione dei rispettivi inni ufficiali, i due Capi di Stato
hanno ricevuto gli onori militari ed hanno passato in rassegna la
Guardia schierata.
Durante
i colloqui ufficiali il Gran Maestro ha potuto sottolineare lo stato
delle relazioni con la Repubblica Italiana, che sono ottime e
proficue. L’Ordine ha una profonda gratitudine verso lo Stato
Italiano. Fin da quando nel 1798 i Cavalieri furono costretti a
lasciare l’isola di Malta, occupata militarmente da Napoleone,
l’Italia ha accolto l’Ordine con la sua ospitalità. E’
dall’Italia che si è irradiata l’attività a favore dei più
deboli che i Cavalieri di molte nazionalità svolgono assistiti da
migliaia di collaboratori e da volontari in oltre 100 paesi del
mondo.
Il
Presidente Ciampi ha espresso grande apprezzamento per l’impegno
profuso dall’Ordine di Malta, dichiarando la volontà di ampliare
ulteriormente le attività ed i progetti di assistenza da sviluppare
congiuntamente.
Al
termine dei colloqui il Gran Maestro ha insignito il Presidente della
Repubblica Ciampi della più alta decorazione dell’Ordine di Malta:
il Collare al Merito Melitense. Ha fatto seguito il pranzo
offerto dal Presidente della Repubblica Ciampi in onore del Gran
Maestro dell’Ordine e della delegazione melitense.
Questa
visita fa seguito a quella effettuata dal Presidente Ciampi il 6
dicembre 1999 a Villa Malta a Roma in occasione della cerimonia di
chiusura delle celebrazioni per i 900 anni di vita dell’Ordine. Nel
2001 i due Capi di Stato si erano incontrati in occasione della
Cerimonia di Consegna della Bandiera Italiana al Corpo Militare
dell’Ordine."
"L’Ordine di Malta “è
nel cuore degli italiani”: per la sua storia, la sua azione
umanitaria, i suoi sforzi diplomatici in favore della pace. Con
questa lusinghiera attestazione di stima e di amicizia il Presidente
della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in visita
ufficiale stamani al Palazzo Magistrale dell’Ordine, si è rivolto
al Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie. Quest’ultimo ha voluto
ribadire il clima di particolare cordialità di un incontro che –
ha affermato – “è per noi molto più di una restituzione della
nostra visita al Quirinale” di quattro anni or sono. Nella
persona del Presidente Ciampi, oggi accogliamo il capo di una Nazione
che “riveste un ruolo specialissimo nella storia dell’Ordine”:
da quasi due secoli ne ospita infatti le sedi di governo,
consentendogli di mantenere la sua millenaria sovranità e, insieme
ad essa, l’efficacia della sua missione di servizio all’uomo nei
quattro angoli del globo. Una missione che – ha ricordato ancora il
Gran Maestro Bertie – “è mondiale, dunque anche italiana. E’
diplomatica ed umanitaria, ma non politica. Sviluppata al di là di
ogni possibile barriera: di razza, di religione, di nazionalità”.
Particolarmente
significativo il ricordo di Papa Wojtyla da parte del Gran Maestro:
“sul piano personale, non posso fare a meno di notare un ulteriore
motivo di sintonia tra Lei e me: la stima e l’amicizia coltivati
negli anni con Giovanni Paolo II, di cui si è appena celebrato il
primo anniversario della scomparsa. Un Pontefice che è stato nel
cuore del mondo, nel cuore degli italiani e che anche nel nostro ha
lasciato una traccia indelebile”.
L’Ordine
guarda all’Italia con riconoscenza, ma anche con uno “spirito di
collaborazione” cementatosi attraverso importanti intese giuridiche
tra lo SMOM e l’Italia, che il Gran Maestro ha voluto ricordare al
suo illustre ospite: nel 2003 l’accordo di cooperazione sanitaria,
nel 2004 quello per l’assistenza ai Paesi in via di sviluppo e
l’accordo sulle emissioni postali; nel 2005, l’autorizzazione
alla circolazione per le speciali targhe automobilistiche gratuite
riservate alle ambulanze dell’Ordine; solo pochi giorni fa, infine,
la firma dell’accordo-quadro in materia di ricerca scientifica
sulla riabilitazione neuromotoria, la sindrome metabolica e il
diabete. Intese dalle quali – ha detto ancora il Gran Maestro –
traggono vantaggio “in primo luogo i cittadini italiani”.
Di
rimando, anche il Presidente Ciampi ha voluto sottolineare
“l’esemplare convivenza” consolidatasi in quasi due secoli “di
mutuo rispetto” e di una “reciproca collaborazione” per la
quale ha auspicato ulteriori e non meno significativi sviluppi.
Evidenziando infine la straordinaria capacità dell’Ordine di
adattarsi ai tempi, arricchendo “le sue nobili tradizioni
attraverso nuove ed efficaci iniziative”, il capo dello Stato
italiano ha affermato che lo SMOM può porsi oggi come “valido
riferimento nell’ambito della comunità internazionale, oltre che
per le sue iniziative umanitarie, anche nel più ampio quadro del
sostegno allo sviluppo”. Quanto al messaggio di solidarietà e
di pace di cui l’Ordine Sovrano si è fatto portatore sin dalle
origini, per il presidente Ciampi esso è oggi qualcosa di più
di un semplice richiamo: in un mondo lacerato da crisi, conflitti e
disuguaglianze esso si configura come “una sollecitazione
all’intera comunità internazionale, affinché ponga saldamente al
centro della propria azione i principi etici, fondamento di ogni
vivere civile”.
Il
Gran Maestro ha poi concluso affermando “impareggiabile è stata la
Sua azione – ispirata ad assoluta imparzialità – di garanzia
delle istituzioni e in difesa dei diritti umani, dei valori morali e
della famiglia. Di alto significato è stato il Suo intenso impegno
per una memoria storica condivisa da tutti. La gratitudine dei
cittadini italiani per la Sua opera è visibile ovunque: essa resterà
patrimonio di questa nazione. Signor Presidente, desideriamo oggi
formulare, per Lei e per la Signora Franca, l’augurio affettuoso di
poter continuare a lungo a servire questo meraviglioso Paese”.
"Ciampi,
Monti e Draghi. Ma anche Fassino e Rutelli: i collegi dei gesuiti
hanno formato una buona fetta della classe dirigente italiana. Da
destra a sinistra.
Roma - Scuole severe, elitarie,
formative secondo i principi di Ignazio di Loyola, fondatore della
Compagnia di Gesù, l'ordine più intellettuale (dieci anni di studi
intensi, oltre alla laurea, per farne parte).
Dagli
istituti governati dai padri gesuiti esce una bella fetta di classe
dirigente, banchieri, manager, politici. E c'è uno schieramento
trasversale di leader di partito che adesso, col primo Papa gesuita,
si metterà nella scia della renovatio vaticana secondo Bergoglio.
Da
sinistra a destra al centro civico, quello di Monti e Montezemolo.
Entrambi, in effetti, i promotori dello sfortunato listone
neocentrista vengono da scuole (tutte private, spesso costose) di
gesuiti. Il Leone XIII di Milano, collegio della buona borghesia
meneghina, per il prof. Monti (ma anche l'ex sindaco Albertini, o
Massimo Moratti), autore sul Corriere di una lettera per «il più
caloroso e deferente omaggio» al nuovo Pontefice gesuita. L'Istituto
Massimiliamo Massimo, invece, erede del Collegio romano fondato da
Sant'Ignazio di Loyola nel 1550 e sfrattato dall'Italia Unita nel
1870, per il fondatore di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo.
Sempre
dal «Massimo» di Roma sono usciti l'ex sindaco Rutelli, il
presidente Bce Mario Draghi, ottimo giocatore della squadra di basket
dell'istituto e fino alla prima liceo compagno di classe di Giancarlo
Magalli, poi espulso dai gesuiti per aver simulato un allarme pur di
evitare un compito in classe. Sempre al «Massimo» hanno studiato
l'imprenditrice e consigliere Rai Luisa Todini, il presidente di
Bnl-BNP Paribas Luigi Abete, il direttore del Fatto Antonio
Padellaro, il direttore di La7 Paolo Ruffini. Parente del deputato
Pdl Enrico La Loggia del Pdl, anche lui formato dai gesuiti, nella
più prestigiosa scuola privata di Palermo, il «Gonzaga», nei cui
archivi si trovano altri politici, Marcello Dell'Utri, l'attuale
sindaco Leoluca Orlando, sostenuto, ai tempi della Rete (anni '90) da
un eminente gesuita come padre Bartolomeo Sorge, poi direttore di
Civiltà cattolica [nota di nwo-truthresearch: Leoluca Orlando venne sostenuto anche da un altro gesuita, Ennio Pintacuda]. Dai gesuiti, ma al «San Francesco Saverio» di
Livorno, si è diplomato invece l'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi,
un laico dalla religiosità sobria ma rigorosa (ogni domenica a
messa), da buon allievo gesuita.
Insospettabili
anche a sinistra, zona Pci addirittura. Come Piero Fassino, che da
segretario dei Ds, durante il governo Prodi sotto attacco per i Pacs
(le unioni civili) invisi al mondo cattolico, raccontava di una
giovinezza precedente alla Fgci torinese nel '68: «Sì, sono stato
per nove anni allievo dei gesuiti a Torino, e questo mi ha consentito
di rafforzare la mia fede religiosa. Essere di sinistra non è in
contraddizione con la fede, perché significa battersi per la
giustizia, l'uguaglianza, il rispetto della persona, valori
cattolici». Niente studi gesuitici per Bertinotti, marxista ateo ma
sui generis («Mi sono sempre interessato alla Chiesa del Concilio e
ho tanti amici di Chiesa, anche tra i cardinali») e neppure per
Nichi Vendola, comunista «cattolico», che una volta, in un
battibecco col sindaco renziano Delrio che gli dava dell'incompetente
(«Caro Nichi occupati di taralli o di trulli e non rompere con le
fumisterie parolaie»), rispose così: «Caro Graziano, pensavo
avessi studiato dai gesuiti, invece usi argomenti da bar». Qualche
traccia in più però c'è, visto che cinque anni di scuola dai
gesuiti a Montreal li ha fatti Eddy, il compagno del governatore
pugliese.
Ma
che politici forma la pedagogia gesuita? A sentire padre Sorge,
sostenitore entusiasta (solo all'inizio) dell'Ulivo di Prodi,
moderati di centrosinistra: «Anche i figli di buone famiglie da noi
si appassionano ai drammi degli emarginati sociali, delle minoranze e
sviluppano una passionalità che li guida poi nella vita civile».
Mario Draghi, in una intervista a Radio Vaticana, spiegò il cuore
dell'educazione gesuita in termini più generali: «Far capire che
tutti noi, al di là di quanto noi potessimo apprendere come scolari,
nella vita avevamo un compito che poi il futuro, la fede, la ragione,
ci avrebbero rivelato». E fa un certo effetto trovare come
«intervento straordinario» sulla cyber democracy, ad un convegno
del 2004 della Fondazione Stensen, Padri Gesuiti di Firenze, un altro
futuro (non)politico: Beppe Grillo.